La causa dei piccoli, ossia difendere il diritto al futuro dei bambini del quartiere Zisa-Danisinni attraverso la riapertura dell’Asilo Nido “Galante”, è stata la principale sfida educativa assunta dalla Comunità di Danisinni e dal Centro Tau negli ultimi dieci anni.
Sebbene la Città fosse, ormai, rassegnata alla decisione di demolire lo storico presidio sociale di piazza Danisinni, così come nel 2019 era avvenuto per l’asilo nido di via XXVII maggio, allo Sperone, Danisinni non si è arresa considerando il “Galante” come il centro nevralgico di rigenerazione di tutto il territorio e, cioè, capace di generatività sociale che porta con sé nuova creatività in grado di trasformare le relazioni e l’ambiente circostante.
Portare avanti il progetto di rimpiazzare l’asilo con un parco giochi e un giardino, avrebbe avuto conseguenze nefaste sia per l’assetto urbanistico della piazza dove si sarebbe propagato a dismisura l’abusivismo edilizio e, soprattutto, perché ciò avrebbe continuato a indebolire il processo educativo a discapito delle nuove generazioni.
I primi mille giorni di vita, infatti, costituiscono la base del percorso evolutivo che accompagna i piccoli ad aprirsi ad un funzionale progetto di vita. In territori precari per le condizioni socio-economiche oltre che culturali, dove la provvisorietà determina la priorità dei bisogni a cui dare risposta, i piccoli crescono con una spiccata intelligenza creativa e capacità di problem solving, ma abbisognano dell’asilo per un adeguato supporto allo sviluppo sensoriale così come all’attaccamento sociale o allo sviluppo della capacità ludica e all’alfabetizzazione emozionale, competenze di base funzionali al successivo inserimento nella scuola primaria.
La ferita sociale che dal 2007, anno di chiusura del plesso, il quartiere Zisa-Danisinni ha sperimentato è stata di enorme portata, sia per le ricadute che ha avuto per le nuove generazioni ormai private di un servizio essenziale così rilevante, e sia perché è stata ostacolata la capacità di resilienza dell’intera piazza che, man mano, è sprofondata in un sempre maggiore degrado urbanistico fino a rendere il giardino attiguo all’Asilo una discarica a cielo aperto.
Ad aggravare la situazione è stata la mancata veridicità delle periodiche promesse istituzionali di riaprire l’asilo, e, nel gennaio 2019, l’inquietante decisione comunale di demolire la struttura. Tutto ciò aveva procurato una grave frattura tra Amministrazione e il territorio con l’ulteriore conseguenza della vandalizzazione del plesso.
La Comunità di Danisinni, però, non si è arresa perché ha sempre creduto nel processo di rigenerazione urbana e di sviluppo locale e insieme al Centro Tau che continuava a contrastare la povertà educativa con molteplici proposte per i minori. Dunque, coinvolgendo la Comunità Educane Territoriale, ha reagito creando un Comitato “Pà Maternità” che si è fatto carico di presentare un progetto di adeguamento strutturale secondo la recente normativa antisismica, considerato che questo era il cavillo tecnico che avrebbe avvalorato la demolizione del plesso. Un’impresa ardita che, grazie al supporto finanziario di Fondazione Con il Sud, Fondazione Sicilia, Fondazione Peppino Vismara, Fondazione Piano Terra e Save the Children, è riuscita a produrre un progetto consegnato al Comune di Palermo nel giugno 2021.
Le Fondazioni, infatti, hanno sposato la causa di Danisinni sponsorizzando la progettazione al fine di salvare il Nido che non costituisce solamente un servizio essenziale ma un polo materno-infanzia capace di generatività sociale e, dunque, di creare connessioni e creatività per la cura delle persone e dello sviluppo territoriale. Un presidio civico in cui interagire con i piccoli e tra adulti per creare spazi di pensiero e di azione condivisa.
Dopo due settimane di lavoro ad opera dell’Impresa commissionata dal Comune di Palermo per la bonifica del giardino che circonda l’Asilo, oggi in piazza Danisinni i residenti hanno incontrato i responsabili della Ditta che il 22 agosto aprirà il cantiere per la ristrutturazione del plesso.
Un incontro di reciproca presentazione che segna l’avvio di un’opera di cura della struttura che simbolicamente rappresenta la storia, passata ed il raccordo con il futuro, di un territorio che desidera rinascere a partire dalla custodia dei più piccoli.