La notte di capodanno viene segnata da un andirivieni di botti e spari come ad esorcizzare il male che non si vorrebbe portare nel nuovo anno. Di fatto si finisce con l’entrarci reduci da un combattimento che sempre più diventa allarmante.
Ambulanze che corrono per le vie della città, pali e alberi divelti, auto danneggiate, appaiono quali impronte di una violenza agita che non lascia quieti animali, persone e luoghi di cui dovremmo prenderci cura. Per molti la notte di capodanno somiglia allo sballo di una certa movida che usa rituali per andare oltre e cercare di dimenticare il passato attraverso la fuga.
Eppure il non percepirsi in continuità con la propria storia rende parecchio vulnerabili e incapaci di sentire quel che accade nel presente. L’immersione nella vita vorticosa fino ad arrivare a livelli di grave iperstress, spesso è dovuta all’estremo tentativo di anestetizzare il sentire interiore che, altrimenti, risulterebbe troppo angosciante.
Celebrare l’inizio di un nuovo anno, piuttosto, abbisogna del gusto dei propri giorni. È nel tempo che stabiliamo le relazioni e percepiamo le mancanze, gli affetti e i progetti di vita. Nella storia percepiamo il ritmo delle cose e la meta trova senso solo quando si percepisce la fatica e, dunque, il sapore del cammino.
La tradizione cattolica celebra l’inizio del nuovo anno con la solennità della Madre di Dio e ciò ha un significato profondo anche se misconosciuto ai più.
La maternità è la condizione propria di chi accoglie e non rimane saturo di se stesso ed è questa postura a rendere possibile la crescita umana. Maria diviene feconda perchè ascolta la Parola e l’accoglie custodendola nel cuore.
All’ascolto potrebbe seguire la resistenza frutto delle proprie ragioni e della pretesa di piegare la storia ai propri convincimenti. La custodia del cuore è altra cosa perchè permette di serbare le varie esperienze pur non comprendendole immediatamente ma attendendo di poterle mettere insieme a suo tempo.
Quante rivendicazioni, altrimenti, avrebbero dovuto caratterizzare l’ascolto di Maria impedendole di stare nella missione quotidiana. Avrebbe potuto ribellarsi ad un ascolto che le sovvertiva la pianificazione di una esistenza “lineare” con il suo sposo Giuseppe, o ancora rinunciare dopo i primi impedimenti: l’essere rifiutati e l’avere trovato posto in una mangiatoia, la fuga in Egitto, le continue minacce al figlio fino a rimanere affranta ai piedi della croce. Maria avrebbe potuto ribellarsi e scegliere di fuggire dalla sua storia relazionale, pensando di evadere in un contesto altro, ideale, invece rimane perchè custodisce e dopo la pasqua ha la capacità di leggere il tutto.
È l’amore a permetterci di avere comprensione delle cose che ci accadono altrimenti la lettura sarebbe fuorviante. Senza la chiave ermeneutica dell’amore la vicenda umana risulterebbe una mera raccolta di fatti in cui si susseguono vinti e vincitori.
Al credente è dato di riconoscere l’agire del Padre che dona vita ad ogni cosa e seppure il male cerchi di sopprimere la vita, Lui continua a mantenere la relazione con i figli che accolgono il dono.
Diversamente ciascuno rimarrebbe cristallizzato in quel che non è riuscito a fare o in continue rivendicazioni verso una storia che riconosce ingiusta.
Lo stupore dei pastori manifesta la capacità di lasciarsi guidare oltre le evidenze ed è una prospettiva del tutto inedita che rivoluziona la religiosità d’Israele. La conversione richiesta è di mentalità perchè è necessario, per accogliere, cambiare prospettiva.
Al piccolo viene dato nome di Gesù che significa “Dio salva”. Ora la salvezza è manifestata non con un agire messianico vendicativo, come l’opera di un grande combattente, ma con il cammino umile e quotidiano di un piccolo che vive la persecuzione e rimane nella storia cercando il suo posto. Non diventa altro Gesù, ma rimane il mite che rivela la potenza dell’amore.
La circoncisione che riceve e che indicava l’appartenenza al popolo dell’Alleanza diventerà circoncisione del cuore, è un’appartenenza nuova quella che sancirà Gesù e sarà pienamente compiuta quando si lascerà trafiggere sulla croce. È l’amore che resisterà ad ogni inimicizia per rivelare che la relazione col Padre non viene meno ed è possibile ripartire da Lui.
Ecco, la maternità di Maria in questo giorno ci ricorda che a ciascuno è dato di rimanere accogliente del dono di Dio e ciò renderà fecondi i propri giorni, ricchi di frutti perchè consapevoli che non si cammina da soli.