La custodia dei confini
In questo percorso si è reso necessario custodire i confini identitari. Il rischio, emerso fin da subito, è stato quello di fare diventare il territorio come una sorta di vetrina radical chic appariscente per un giorno ma priva di un sostanziale cambiamento. È pertanto che abbiamo rifiutato investimenti e interventi che avrebbero ora promosso la creazione di un parcheggio volto a servire la nuova fermata della metropolitana di piazza Indipendenza o, ancora, la realizzazione di una grande piazza, dopo l’abbattimento dell’asilo nido, teoricamente funzionale all’aggregazione della gente secondo un’idea legata al passato e non al presente. Stare in ascolto del quotidiano, piuttosto, ha portato ad immergerci nella realtà sociale e relazionale, nei mutamenti in atto, cogliendo la possibilità di crescita e i punti di forza per un graduale sviluppo del territorio.
Seguendo questa visione abbiamo accolto ambiti di interesse tra spazio pubblico e privato come ad esempio la riconfigurazione funzionale della recinzione dell’asilo trasformandola in un’area giochi lineare lungo il perimetro e creare, così, accessibilità e distinzione tra dentro e fuori; oppure la proposta di un arredo urbano capace di spazi condivisi con tavolini e panche prospicienti ai prospetti delle case e funzionale alla sosta dei pellegrini e all’uso della popolazione locale; o, ancora, l’ipotesi di recupero dell’accessibilità tracciata dai camminamenti naturali e storici che congiungono via Cappuccini e via Cipressi con piazza Danisinni attraversando le campagne incolte.
Il processo in atto sta portando a ridefinire i margini del tessuto del rione e a risignificare aree verdi che fanno di Danisinni un parco urbano nel centro storico della città e già inserito nell’itinerario UNESCO grazie allo studio di uno dei primi partner della Comunità, l’Associazione Sviluppo Territoriale Sostenibile. Un piano di interventi che con la collaborazione circolare tra pubblico, terzo settore e privato, potrà ridisegnare l’ecosistema urbano inglobando i sette ettari di terreno che collegano piazza Danisinni con piazza Cappuccini. Si tratta, dunque, di un percorso di rigenerazione che non si limita alla nostra periferia urbana ma si apre a tutte le altre periferie di Palermo che, a nostro avviso, possono diventare il grande volano di trasformazione e sviluppo dell’intera città.
La promozione secondo criteri etici
La Comunità di Danisinni ETS, in definitiva, si fa garante della visione e del sogno da condividere oltreché della mission per realizzare gli obiettivi progettuali secondo criteri etici confacenti. La cura della filiera, oltre che del singolo lavoratore, è il valore aggiunto della promozione sociale nel territorio e la Comunità persegue i sei criteri di valutazione (Etica nei rapporti di lavoro, Decarbonizzazione, Filiera virtuosa e trasparente, Rifiuti zero ed economia circolare, Valore aggiunto sui prodotti, Trattamento etico degli animali) secondo il bollino etico proprio dell’Associazione NoCap presso la quale Danisinni è già accreditata.
Proprio perché la Comunità si limita a promuovere e ad offrire gratuitamente spazi e beni strumentali, è compito dei partner che entrano a fare parte del processo, realizzare interventi capaci di economia circolare e di sviluppare nuovi ambiti lavorativi per la popolazione locale. Questo contribuirà a generare ulteriori significati di vita e l’abitare il territorio si arricchirà di senso e di cura.